Le ong e le associazioni di tutto il mondo protestano per il summit. L’accusa per l’Ue è quella di voler esternalizzare le frontiere e di sedersi al tavolo con alcuni dittatori africani. Arci: “Rafforzare i rimpatri in cambio di aiuti allo sviluppo”. Msf: “Si parla solo di repressione e non di vie legali”. Zerai: “Le persone sacrificate per un disegno geopolitico”
Medici senza frontiere: “Vertice paradossale, si chiede uno sforzo in più a paesi che hanno dieci volte il numero dei nostri rifugiati”. Anche per Marco Bertotto, di Medici senza frontiere, si tratta di un vertice paradossale: “28 stati memebri dell’Ue, che ospitano il 3 per cento dei migranti forzati, chiederanno a 35 paesi africani che ospitano il 30 per cento dei migranti forzati, di fare uno sforzo in più – sottolinea -. Con quale faccia si va a chiedere questo alla Turchia o ad altri paesi? Le politiche messe in atto finora sono inefficaci oltre che disumane: incattiviscono la situazione senza riuscire ad arginare i flussi. Ora si mette mano al portafogli per forzare la mano dei governi africani”. Sulla stessa scia Paola De Meo, rappresentante di Terranuova e Aoi: “L’ Africa subshariana è la maggiore vittima dell’accaparramento di terre e acqua – sottolinea – Ora l’Europa propone accordi di libero scambio, che se entrassero in vigore, rappresenterebbero una mazzata finale”.
Alla conferenza erano presenti anche due parlamentari. Erasmo Palazzotto, vicepresidente della Commissione esteri alla Camera ha espresso “preoccupazione per l’idea di esternalizzare i confini. Tra gli aiuti previsti anche quelli all’Eritrea, un paese che è causa e non soluzione del problema”. Lia Quartapelle, deputata Pd, dell’Ufficio di presidenza Affari Esteri aggiunge: “Gli aiuti non sono lo strumento per far sì che gli altri facciano politiche che noi non siamo in grado di fare, come il controllo dei confini. Mi auguro che il nostro governo riesca a proporre una serie di azioni positive per cambiare le situazioni che generano i flussi”. (ec)
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