La sentenza di oggi ricalca quella prima condanna e arriva un giorno dopo la lettera alle autorità italiane con cui il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, esprime preoccupazioni per il testo ora all’esame del Parlamento italiano.42 le persone di varie nazionalità che hanno presentato ricorso contro le torture subite alla Diaz e per la mancata identificazione dei poliziotti che agirono quella notte (anche la proposta di numeri identificativi, prevista in altri Stati europei, è naufragata nelle polemiche tra le forze politiche italiane).La sentenza stabilisce che i ricorrenti furono torturati, i responsabili non puniti adeguatamente e l’assenza di una norma contro la tortura nell’ordinamento italiano. La Corte di Strasburgo ha inoltre riconosciuto 29 indennizzi che variano dai 45 ai 55 mila euro per danni morali.Davanti ai giudici sono pendenti altri ricorsi incentrati sui fatti della Diaz e di Bolzaneto, la caserma nella quale vennero portate decine di persone prelevate dalla scuola di Genova e che subirono torture e umiliazioni durante tutta la notte. Si tratta di ricorrenti che non hanno rifiutato il patteggiamento offerto dal governo italiano ad altre vittime di Genova 2001.
La legge italiana che forse verrà
Il 26 giugno, giornata che le Nazioni Unite dedicano alle vittime della tortura, è anche il giorno in cui la Camera dei Deputati inizierà a votare la proposta di legge che il Senato ha approvato giusto poche settimane fa. Sono intanto trascorsi sedici anni dalle torture della Diaz e ben ventinove da quando l’Italia ha ratificato la Convenzione Onu contro la tortura che ci obbligava a introdurre nel nostro codice il crimine di tortura. Il tempo passa ma non cambia il modo in cui le istituzioni hanno cercato di non parlare di un delitto che è tanto grave in quanto commesso su persone in stato di soggezione e dalle mani di ‘servitori della democrazia’.
La sentenza di Strasburgo restituisce giustizia a chi non vuole che la memoria e la verità siano violentate. Il numero delle vittime e la gravità delle condanne pongono un problema politico, non solo giuridico ed economico come forse in molti vorrebbero far credere.
Sedici anni dopo, perché tutto quel tempo per una legge che molti giudicano comunque confusa, pasticciata e inadeguata? Risposta come tema libero