E’ andato in onda l’ultimo Tg di Antenna Sicilia. L’editore Sige (leggasi Ciancio) non ha cambiato idea sui licenziamenti in toto nella sua azienda.
***di Rino Giacalone, 31 0ttobre 2015 – E’ paradossale. Mentre da più parti si chiede ai giornalisti di fare sempre di più i giornalisti-giornalisti, mentre si avverte “desiderio” di informazione puntuale e attenta, perché sia vero cane da guardia della democrazia e delle libertà, ci sono editori che decidono di chiudere, di smetterla con il fare impresa per produrre informazione. Ed è grave che questo stia accadendo ed è grave che questo succeda in Sicilia. Nonostante le parole di speranza arrivate dal gruppo Ciancio, la tv regionale con sede a Catania , Antenna Sicilia, ha mandato in onda martedì sera il suo ultimo telegiornale: in primo piano il tavolo dello speaker, una sedia vuota, a fare il tg una voce fuori campo. Signore e signori buonasera…fine delle trasmissioni.
Spenti i ripetitori dopo 40 anni di attività. Infine la sigla di coda. Senza lavoro gli ultimi 14 dipendenti che erano sopravvissuti, tra giornalisti e amministrativi. Sige, la società editrice, ma di fatto Mario Ciancio, non ha cambiato idea nemmeno dinanzi ai sindacati, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Associazione siciliana della stampa, nemmeno dinanzi alla contestazione di condotta illegittima e antisindacale, ha detto di no via via a tutti i tavoli di contrattazione che si sono aperti a Catania e infine nella sede del Governo regionale. La proposta avanzata dai rappresentanti dei lavoratori consisteva nella possibilità per gli stessi dipendenti, dichiarati in esubero per motivi economici, di continuare a gestire gli spazi che l’azienda ha dichiarato di volere sopprimere. Un no detto senza motivazioni dicono i sindacati.
Lo abbiamo scritto in tempi non sospetti e ci spiace che per tempo siano mancate le attenzioni, quando dicevamo che l’informazione in Sicilia, da tempo, ha scelto il cammino del gambero. Ora che ce ne è più bisogno di informazione, a fare le notizie ai siciliani sono per lo più agenzie che preconfezionano il prodotto, che fanno il copia e incolla dei comunicati, che non perseguono il giornalismo d’inchiesta ma prediligono fare da camerieri al padrone di turno. Giornalisti che perdono il posto di lavoro e giornalisti, quando hanno la tessera in tasca, che lavorano per guadagnare briciole, svilendo la professione. Giornali , o notiziari televisivi, che si stampano o vanno in onda con l’utilizzo di collaboratori pagati una manciata di euro.