***di Corradino Mineo, 18 aprile 2015 – Crescita modello America, titolo del Corriere, frase detta da Renzi a Obama. La Stampa conferma: “Usa,modello per la crescita”. Molto bene. Draghi, come la FED, sta immettendo liquidità nel sistema. Manca l’altra gamba, un piano di investimenti pubblici nell’economia reale, dopo aver fatto qualche scelta di politica industriale. È questo il modello America. Renzi non potrà mai seguirlo se resta, come ha fatto finora, opportunisticamente accucciato a fianco della Merkel e del suo ineffabile ministro Schãuble. Il quale ieri ha fatto l’ennesima gaffe -o ennesima provocazione- dicendo che ai suoi amici -socialisti- francesi piacerebbe tanto essere “forzati” a fare riforme del mercato del lavoro come quelle che “così bene hanno fatto a Grecia e Spagna”
Ma la Grecia ci preoccupa, ha detto Obama a Renzi, secondo Repubblica. Mentre i due si incontravano alla Casa Bianca, Joseph Sitglitz, già economista di riferimento di Bill Clinton, lanciava tweet allarmati sul calo delle esportazioni, sulla recessione che incombe, insomma sul suicidio dell’Europa a guida tedesca. E le borse andavano giù : Milano -2,40%, Francoforte -2,58, New York, trascinata dai cali europei, – 1,13%. Lo spread saliva: niente di che, 1,41%, ma certo un segnale che il GrecExit ci riguarda. Eccome!. “La Grecia affonda i mercati” titola il Sole24Ore. Renzi continua a fare come se niente fosse: silenzio assoluto. Dopo il patto del Nazareno, deve aver concluso un patto del David, con Frau Merkel, a Firenze.
Nessuno scambio sulle riforme, secondo il Corriere. E qua deve essersi rotto il giocattolo della comunicazione renziana, quella che dispensa indiscrezioni, ammicca, sonda e, fino a ieri, non smentiva mai i suoi retroscenisti. Invece il premier ha detto una cosa a Repubblica e l’ha smentita il giorno dopo al Corriere. Facciamo chiarezza: l’Italicum è una legge pessima, che ci metterebbe fuori dall’Europa democratica e liberale. Il doppio turno nasconde l’elezione diretta del premier, il premio di maggioranza gli regala il controllo dell’unica Camera. I deputati avranno il loro scranno per grazia ricevuta: in 100 scelti come capilista, in 130 eletti solo perchè il loro Campione ha vinto al ballottaggio; e vivranno di luce riflessa. In Germania, Gran Bretagna, Spagna si eleggono i parlamentari e solo di conseguenza il premier (o Cancelliere). In Francia, il doppio turno seleziona sia Presidente che deputati.
Salvare la Costituzione. Una pessima legge elettorale si può sempre cambiare: niente è perduto se si evita lo sfregio alla Carta. Superare il bicameralismo -avevano detto- ma lo si può fare lasciando un Senato di Garanzia. Dicevano di volere un Senato delle autonomie (vecchia idea della ditta). In realtà la Riforma Costituzionale serve a trasformare un Senato, dopo lavoro per consiglieri regionali, in una foglia di fico per nascondere l’attacco della maggioranza ai poteri di garanzia, presidente della Repubblica, Corte Costituzionale.
Immaginate la scena: nel 2022 si elegge il futuro Presidente della Repubblica. Il premier di allora (Di Maio, Salvini, Boschi?) potrà contare sul pacchetto di mischia di 340 su 630 (grazie al premio di maggioranza). Più 30 senatori su 100 (avendo la sua lista preso il 27 o 28%). Ci vuole il quorum, certo, ma può un’opposizione frammentata (grazie all’Italicum) dire no a vita, irritando l’opinione pubblica? No, che non potrebbe. In Grecia, almeno, se non si elegge il Presidente dopo 3 votazioni si scioglie la Camera.
Con un Senato eletto e 350 deputati l’Italicum resterebbe un errore ma meno devastante, Tranquilli: Renzi bluffava!