Un saluto cordiale con tutta la mia solidarietà al collega Marc Innaro. Episodi come questi la dicono lunga sul rispetto delle libertà democratiche in un Paese che molti tra noi considerano come l’avamposto della democrazia europea e occidentale davanti alla tirannia dell’Orso russo. Accidenti al meglio, potremmo dire (nandocan)
Prima aveva fatto sopratutto ridere: alcuni cantanti italiani come Al Bano e Toto Cutugno inseriti nella lista nera come indesiderati. Adesso l’espulsione di due inviati Rai, e adosso è atto politico vero a grave. Marc Innaro, corrispondente Rai da Mosca e il suo operatore russo sono stati respinti alla frontiera con l’Ucraina, mentre si stava recando nel Paese per seguire le elezioni presidenziali del 31 marzo. Vigilia di democrazia decisamente incerta.
Il giornalista è stato trattenuto per quattro ore all’aeroporto di Kiev prima di essere espulso e rispedito a Minsk, località dalla quale era partito. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, l’accredito di Innaro era pronto, lunedì mattina e lui stava andando a ritirarlo. Tuttavia, le guardie di frontiera ucraine gli hanno negato l’ingresso a causa di «insufficienti spiegazioni sul motivo della sua presenza in Ucraina». Elezioni + giornalista della Tv italiana non spiegano?
In precedenza, Vittorio Torrembini, vicepresidente dell’Associazione degli imprenditori italiani della Russia (Gim Unimpresa), aveva spiegato a Ria Novosti che l’ambasciata italiana in Ucraina aveva concordato per Innaro una serie di interviste, anche con leader politici e rappresentanti della ’nuova chiesa ucraina’, membri vari degli ambienti politici e religiosi del Paese. Il ministero degli Esteri italiano, secondo Torrembini, sta preparando una nota di protesta. Aspettiamo di vederla.