Forse Netanyahu potrebbe ritrovare l’accordo con Moshe Kalhon, con cui aveva litigato, ma dovrebbe imbarcare destra e ultra destra, tradizionalisti ed ultra nazionalisti. Herzog e Livni per contare dovrebbero strappare Kalhon a Netanyahu e riunire tutte le sinistre, compreso il partito arabo israeliano, che si afferma come terza forza del paese. Partito che chiederebbe un cambio radicale della politica palestinese e il cui appoggio – anche esterno – al governo, sarebbe un trauma per le destre religiose. Israele vive una crisi del regime democratico. E sarebbe utile che ogni amico di Israele, dagli ebrei della diaspora, agli Stati Uniti, all’Unione Europea, parli chiaro. La guerra all’Iran è follia. Il no allo Stato Palestinese può significare solo accettare i Palestinesi nello stato israeliano, che cambierebbe natura.
Si dimette, non si dimette, come fa a non dimettersi? “Dimettiti oggi”, gli avrebbe chiesto il premier, secondo i retroscenisti di Repubblica. Per il Giornale, “Lupi resiste a Renzi”. “Renzi balla coi Lupi”, Libero. “Il caso Lupi agita il governo”, Corriere. Per il Fatto, “Renzi si tiene Lupi e attacca i giudici”. L’attacco, a me era parso un tirare la palla in angolo. Al sindacato dei magistrati che aveva parlato di “schiaffi ai PM e carezze ai corrotti”, Renzi aveva risposto “parole tristi e ingiuste”. Poi in serata il premier avrà acceso la televisione, avrà visto la satira di Crozza e quella di Ficarra e Picone. Se Lupi resta al suo posto, nessuno potrà più credere che il governo abbia carte in regola contro la corruzione. E questo -lo ripeto- anche con la massima presunzione di innocenza, accettando che Lupi e famiglia non abbiano ricevuto nessuna utilità dai corrotti. E anche su questo…Repubblica cita una telefonata a Incalza: “devi vedere mio figlio”. Che poi fu assunto.
La responsabilità di un ministro è anzitutto politica. Quella di Lupi consiste nell’aver difeso, in Parlamento, la scelta di un pensionato (molte volte indagato) a capo della struttura ministeriale per gli appalti. Consiste nell’aver detto a Incalza che se il Premier avesse messo in questione detta struttura, lui, Lupi, avrebbe aperto la crisi. Incauto, sciocco, ma onesto? In Politica essere sciocchi e incauti è già una colpa. Se poi di questi limiti si sono avvantaggiati corrotti e corruttori, non cè che una soluzione: le dimissioni.
A sinistra, Susanna Camusso ripete che il sindacato non deve politica e minaccia di ritirare le bandiere Cgil dalla manifestazione del 28 con la Fiom. Luigi Ciotti e Gino Strada ricordano che Libera ed Emergency hanno già una missione e non si scioglieranno nella coalizione sociale. L’intuizione di Landini è corretta. Non si salva il sindacato dall’irrilevanza, non si combatte sperequazione sociale, se non con la politica. Che non vuol dire creare per forza un partito e neppure una lista. Landini è circondato da dubbi e pregiudizi, ora si vedrà il suo valore.