***di Alberto Baldazzi – In attesa delle decisioni di domani al Consiglio d’Europa, buona parte delle diverse edizioni è inevitabilmente incentrata sui salvataggi di giornata e sui 10 punti di cui si vocifera e che caratterizzerebbero il risveglio della Bella Addormentata, finalmente scossa dalle immagini delle ultime tragedie del mare. Quasi tutti fin dai titoli riprendono gli interventi odierni di Renzi alla Camera e al Senato, ma anche il suo editoriale sul New York Times in cui si segnalano i rischi di infiltrazioni tra i profughi. Renzi non parla di possibili terroristi, ma comunque di persone legate al business dei trafficanti di carne umana. I Tg Mediaset ne approfittano comunque per titolare su questa presunta“apertura” alle posizioni espresse da settimane dalla stampa e dagli ambienti di destra. Le critiche della Cei sull’ipotesi della distruzione dei barconi sono presenti con più o meno rilievo su tutti. Una cosa è certa: le decisioni europee sono complesse e l’errore maggiore sarebbe quello di immaginare una bacchetta magica che risolva il tutto, ripulisca le coscienze da anni di cinico disimpegno e, possibilmente, rimetta sotto il tappeto le condizioni inumane che costringono a fughe e migrazioni epocali. Rafforzamento di Triton, operazioni mirate contro gli schiavisti, costruzione di campi nei paesi confinanti con la Libia e più solidale ed equa distribuzione dei richiedenti asilo nei 28 paesi europei: queste le carte con cui Renzi parte per Bruxelles, e non è detto che tutte risultino sufficienti o vincenti. Buoni i servizi delle testate Rai dai lager in cui vengono ammassati i profughi in territorio libico, così come quelli che raccolgono le testimonianze degli scampati dai più recenti naufragi. Tg4 e TgLa7 danno spazio al clamore che ha suscitato sul web un post di Gianni Morandi che invitava alla solidarietà con i disperati dell’Africa e del Medio Oriente. Risultato? Circa la metà dei 14 mila commenti sono risultati critici, cinici razzisti. Per TgLa7 un segnale d’allarme; per Tg4 fieno da mettere in cascina.
Ma se la politica, italiana ed europea, sull’onda degli ultimi drammi dell’immigrazione sembra essere sul punto di avere un sussulto, quella interna ha dato il peggio di sé nelle Aule parlamentari. Le polemiche e gli attacchi scatenati da Lega e Cinque Stelle “con la scusa” della risposta agli scafisti e all’immigrazione incontrollata, definita da Renzi “sciacallaggio” ed ampiamente riprese da tutti i Tg, non meritano altri commenti. Da segnalare l’appoggio di Forza Italia alla mozione di maggioranza che ha approvato quanto esposto da Renzi in vista del Consiglio europeo di domani. Per la politica interna, se si esclude qualche riferimento ai nuovi dati sulla produzione e le conseguenti affermazioni rassicuranti di Padoan, tutto è ancora incentrato sull’Italicum e sulla guerra interna al Pd. Il licenziamento da parte della Commissione Affari Costituzionali della Camera (orfana dei dissidenti Pd e disertata dalle opposizioni) del testo per l’Aula prelude ad una battaglia che la prossima settimana vedrà il governo in un angolo a difendere un provvedimento che a noi non piace ma che al Senato è stato votato anche da Forza Italia. E’ surreale quanto consueto scoprire che la guest star di serata per i Tg è un Brunetta, scatenato e barricadiero, contro una legge che “mina gli equilibri democratici”.
Dai prossimi giorni, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sarà finalmente “in onda” il divorzio breve, a 41 anni dalla storica entrata in vigore della legge Fortuna-Baslini. Per i Tg è una sorta di festa, e questo testimonia che, malgrado tutto, il Paese si muove.
Concludiamo segnalando un buon approfondimento del Tg2 su handicap e barriere architettoniche che impediscono tante cose, tra cui la fruizione dei beni culturali.
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Pubblicato da nandocan
Mi chiamo Fer nando Can cedda. Il nome del sito è un facile omaggio a Sandokan, eroe letterario di un’infanzia remota. Sono nato a Cagliari l’8 Maggio 1936. Nelle strade italiane si festeggiava la precaria conquista di una colonia africana. Sardi erano i miei genitori e così i loro ascendenti, solo la nonna materna era di Firenze. Devo forse a lei se la famiglia si trasferì in quella meravigliosa città e lì sono cresciuto, primo di cinque fratelli.
Studi classici e laurea il Giurisprudenza. Il babbo, funzionario statale, voleva fare di me un magistrato ma io ero aspirante giornalista già dal liceo: scrivevo, ciclostilavo e distribuivo il giornalino scolastico. La prima “vera” redazione è stata, nel 1962, quella del “Giornale del Mattino“. Era la stagione di una Firenze culturalmente vivace e cosmopolita, del sindaco La Pira e di don Lorenzo Milani,. Io avevo già lasciato l’Azione Cattolica per il “Cenacolo” di Padre Ernesto Balducci. Scrivevo per “Testimonianze”, una delle riviste del “dissenso” cattolico. E fu proprio padre Balducci a benedire – nel dicembre del ‘64 – il mio matrimonio. Un anno dopo, con una sposa appena laureata in lettere e una figlia di poche settimane, viaggiavo verso Roma a bordo di una Fiat “850”. Assunto con selezione pubblica dal telegiornale RAI, l’unico allora in Italia, direttore Fabiano Fabiani. A trent’anni entrai nella redazione del mitico “TV7″, il sogno di ogni giovane giornalista. Nel 1969 la nomina a “inviato speciale”, secondo e ultimo gradino della mia carriera professionale. E la nascita del secondo e ultimo figlio, nel medesimo anno.
Nel 1976 l’invito di Andrea Barbato a entrare nella prima redazione del “TG 2“, invito accolto ovviamente con entusiasmo. Pochi anni dopo, con l’avanzata implacabile della lottizzazione, Barbato venne costretto ad andarsene e l’entusiasmo cominciò a venir meno. Chi non aveva “santi in parlamento” poteva affermarsi solo se molto disponibile e io non lo ero. Al contrario, mi impegnavo nel comitato di redazione, nell’Usigrai, mi esponevo nelle assemblee. Riuscii a salvarmi professionalmente lavorando nelle rubriche e nei servizi speciali, occupandomi, spesso con soddisfazione, di cronaca, di cultura, di costume, di religione.
Finché al TG 2 sopravvisse dignitosamente il giornalismo d’inchiesta, ci fu ancora modo di divertirsi, o almeno di lavorare con serietà. Nel ’96, sotto la direzione di Mimun, scelsi lo “scivolo” e la pensione anticipata.
Da allora continuo a fare il giornalista, soprattutto su Internet, ma a titolo gratuito e volontario e lo stesso vale per il servizio che ho sempre reso ai colleghi negli organismi della categoria (ordine, sindacato). Nell’ottobre del 2013, ho compiuto 50 anni di professione. E’ dal 1994 che aspetto l'”Ulivo“. Nel 2008 mi sono deciso per la prima volta a entrare in un partito, il PD, per aiutarlo a diventare davvero “nuovo”. E sono diventato nonno.
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