Roma, 29 gennaio 2018 – Sul tema del rapporto con le istituzioni di politici e “società civile”, affrontato ieri da Massimo Marnetto con una mia introduzione, ricevo oggi un commento di Nino Labate, mentre lo stesso Marnetto, con un post intitolato “Ricettatori sociali”, chiarisce come e perché alle responsabilità della “casta” si accompagni spesso quella, non meno grave, di “gran parte degli italiani” (nandocan).
*Nino Labate – considero un giudizio avventato nonché pericoloso, delegittimare ulteriormente il partito politico.
Se poi qualcuno vuole spiegare la differenza sostanziale tra società civile (sempre giusta), società politica (che ammesso che si sappia cos’è, è comunque sempre ingiusta ) , stato ( sempre isolato e collocato su un monte ) e partito politico ( sempre nelle mani di oligarchie in lotta) , io gli sono grato. Non è per caso il partito politico un pezzo importante e rappresentativo della società civile, dal momento che la società politica è solo una fittizia e teorica contrapposizione lessicale?
* Massimo Marnetto – Gran parte degli italiani non ama la serietà, l’organizzazione, la responsabilità. Altrimenti non sarebbe destinataria di promesse non serie, destinate a scassare lo Stato e senza alcuna preoccupazione per le conseguenze che produrranno.
Sull’evasione fiscale c’è il silenzio assoluto. Perché – dicono gli esperti – fa perdere voti. Ma senza un fisco efficiente, non si può fare niente. E così lo Stato da anni invece di combattere l’evasione, riduce la manutenzione. Tanto che ormai siamo in deficit su tutto: servizi sociali, strade, ferrovie, monumenti, scuole, ospedali, ambiente, organici, ecc. Il tutto senza che si sappia mai a chi imputare questa decadenza e incidenti e ritardi che ne derivano. Non solo, ma i pochi responsabili accertati, difficilmente hanno una sanzione e facilmente una prescrizione.
Ma allora cosa ama la gran parte degli italiani? Cosa fa prendere i suoi voti?
Dividersi la refurtiva dopo lo spoglio dello Stato. C’è chi s’ingozza e chi prende solo briciole, ma l’importante è trasformare il patrimonio comune in beni privati. Che siano tasse non pagate, coste edificate, gare orientate: basta che si prometta e permetta libertà di saccheggio. Salvo poi, ritrovare gli stessi ricettatori sociali che protestano “perché non funziona niente”. Ma gran parte della politica asseconda, abolisce, condona, protegge la privacy. E’ il consenso, bellezza.