La domanda “sorge spontanea” dopo i toni sempre più aspri tra i due contraenti di Governo. Salvini e Di Maio – come àuspici – scrutano le proiezioni elettorali europee, per ricavarne indicazioni sulla vita dell’esecutivo. Zingaretti all’opposizione cerca un risultato confortante per iniziare a cambiare il partito. Meloni aspetta una crescita consistente, per tentare la Lega a lasciare i 5 Stelle e fare un bel governo di destra-destra. B – in ottima cera – chiede ai suoi una prova di esistenza in vita di FI per ritornare alla ribalta.
E l’Europa? Zero programmi.
Solo accenni alla Germania cattiva, alla Francia boriosa, con un contorno di critiche ai paesi dell’est, visti come parenti di campagna, politicamente rozzi, ma ben attenti ai soldi dei ricchi fondi europei. Insomma, quelle europee si avviano ad essere delle para-elezioni, formalmente necessarie per costituire un parlamento sovranazionale, ma di fatto un super-sondaggio ad uso interno. E’ duro ammetterlo, ma pochi fatti come questo denunciano il declino dell’idea di Europa.