Fra le iniziative del circolo romano di Libertà e Giustizia, di cui sono socio, questa è forse la più importante. Dopo Roma e Milano, terzo appuntamento a Napoli. Va avanti il progetto che coinvolge i ragazzi delle scuole superiori per mappare la percezione e la realtà del fenomeno sul territorio (nandocan).
***di Manuel Massimo, 10 marzo 2015 – “Facit ‘e brav”. Il benvenuto in napoletano ai ragazzi delle scuole superiori campane coinvolti nel progetto “Piccolo Atlante della corruzione” lo dà il cantautore Maldestro, quasi trentenne che potrebbe essere un loro fratello maggiore. Lui che in realtà si chiama Antonio e ha un cognome ingombrante da portare sulle spalle: è il figlio del boss Tommaso Prestieri, ma ha scelto la strada della legalità e da anni è impegnato in campagne di sensibilizzazione dei giovani per sconfiggere la criminalità organizzata attraverso la cultura e le azioni quotidiane. Trecento studenti affollano l’aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Sannino-Petriccione” a Ponticelli, quartiere dell’hinterland dove la presenza della camorra si fa sentire. Faide, spari, minacce: l’ultima esecuzione in strada una settimana fa.
Non è facile portare avanti un laboratorio anticorruzione sul territorio in contesti sociali difficili, ma proprio per questo è importante lavorare sul campo soprattutto lì dove il nemico è più forte: per rendere i ragazzi coscienti protagonisti del cambiamento, facendo toccare loro con mano una realtà che troppi “grandi” non vogliono vedere, girando la testa dall’altra parte o dicendo che le cose sono sempre andate così, rassegnandosi alla sopraffazione che giorno per giorno spegne la speranza di poter avere un futuro migliore, o anche solo un futuro. Il progetto ideato e promosso da Beatrice Ravaglioli del circolo “Libertà e Giustizia” di Roma – in collaborazione con Repubblica.it – dopo il Lazio e la Lombardia approda in Campania, proprio nel giorno della maxioperazione contro il clan dei Casalesi.