La sfiducia crescente dei cittadini nelle istituzioni consiglierebbe di non puntare su un modello elettorale piuttosto che su un altro in base alle convenienze occasionali di questo o di quel partito, ma cercando onestamente il miglior compromesso possibile tra l’esigenza, data come prioritaria dalla nostra Costituzione, di rappresentare fedelmente gli orientamenti politici dell’elettorato e quella di garantire una certa stabilità di governo. Par di capire invece che a Renzi e al Pd interessi soltanto capire quale compromesso si potrà raggiungere con Berlusconi ai danni di Grillo..
In ogni caso un sistema simile alla democrazia americana dovrebbe suggerire a Renzi un’apertura non solo tattica ma strategica nei confronti delle forze politiche e sociali alla sua sinistra, a cominciare dai sindacati dei lavoratori, ma questo è esattamente il contrario di quanto ha fatto finora e, con tutta evidenza, intende continuare a fare. Altrimenti non insisterebbe a polemizzare con il sindacato “che contesta ideologicamente i voucher e li utilizza”. Né manterrebbe un atteggiamento provocatorio con la sinistra del suo partito dichiarando che “abbiamo perso a destra, non tra i compagni”, rivendicando al sì il 91 per cento degli elettori del Pd e assicurando che “la scissione la farebbero i parlamentari, non gli iscritti”.
Ciò detto, possiamo ammettere che nel Pd come, per altro verso, fra i 5 stelle si va configurando una certa trasversalità di orientamenti, di destra e di sinistra, che ne accresce la capacità di attrazione anche se contribuisce ad aumentare la confusione delle lingue nella politica italiana. Il politologo Paolo Natale accenna in proposito alla clamorosa delusione tra gli elettori grillini di sinistra per le scelte in materia di immigrazione, che viene tuttavia recuperata tra gli elettori di destra del movimento. L’esatto contrario di quanto è avvenuto fino ad oggi alla sinistra radicale, dove la capacità di dividersi sulle virgole sembra non avere limiti. Il buon senso vorrebbe che almeno sui numerosi obbiettivi di programma che sembrano avere in comune, “Sinistra italiana”, “Possibile”, Rifondazione, SEL e l’arcipelago di associazioni che alla sinistra fanno riferimento, si decidessero a promuovere e realizzare una convergenza e un coordinamento di iniziative.