Ricordo che durante il mio apprendistato di giornalista televisivo, quasi cinquant’anni fa, i colleghi più anziani insegnavano che le immagini, in un servizio televisivo, dovevano essere un complemento indispensabile alla comprensione del testo, altrimenti sarebbe stata una “radio a colori”. Ora, io non pretendo colleghi giornalisti, operatori e montatori così scrupolosi da mettere, come si faceva un tempo, il cartello “immagini di repertorio” sotto tutte le scene non espressamente girate per l’occasione. Ma che almeno – quando la cosa è possibile – si eviti la riproduzione ossessiva della stessa ripresa anche a distanza di settimane e di mesi , che si faccia un po’ più di attenzione al rapporto col testo, che si offra insomma un minimo di varietà e di aggiornamento per tenere più desta l’attenzione del pubblico e focalizzarla sui contenuti.
Del resto non si tratta dell’unico esempio di decadimento della qualità “tecnica” dei telegiornali . Passi per certe immagini amatoriali di pessimo livello: può sempre capitare che il contenuto anche visivo della notizia venga giustamente fatto prevalere sulla forma. Ma quante volte si tratta invece di superficialità e pigrizia mentale? Per non parlare dell’ audio, che risulta a volte incomprensibile solo perché è stato ripreso dagli altoparlanti anziché da un (radio)microfono posto dinanzi all’oratore. In casi come questi ricordo che i tecnici Rai si rifiutavano di montare i servizi.
Per una volta non sto parlando della qualità più propriamente professionale dei servizi giornalistici televisivi, delle interviste senza domande fatte ai leaders politici, o della improbabile selezione delle notizie o della mancanza di pluralismo o di autonomia. Qui il discorso si fa più complicato perché entrano in gioco la lottizzazione e le pressioni dei partiti, problemi di cui dobbiamo occuparci, ahimè, tutti i giorni. Del decadimento puramente tecnico, invece, non si parla mai, ma forse a torto. Quali sono le cause di questa involuzione? Mancanza di tempo e di risorse? Disattenzione di direttori e capiservizio? Dequalificazione professionale? E soprattutto: recuperare su questo piano è possibile? Mi piacerebbe che qualche lettore di nandocan, collega giornalista o soltanto telespettatore, provasse a rispondere con un commento.