Gigi Proietti, uno dei grandi protagonisti della commedia italiana, è morto stamani, sembra per problemi cardiaci, nel giorno in cui compiva ottanta anni. Per tanti dei quali ha rallegrato le nostre serate. “Il simbolo della romanità migliore” ha scritto qualcuno. Grande attore ma anche, per molti giovani, uno straordinario maestro di recitazione. Non lo dimenticheremo (nandocan)
*** di Massimo Marnetto, 2 novembre 2020 – Giggi se n’è ito, come si direbbe in romanesco per salutare per l’ultima volta Gigi Proietti, un grande artista romano. E’ morto per un colpo al cuore, forse perché l’ha usato troppo in tutto quello che faceva dentro e fuori dalla scena. Con quell’aria scanzonata che neanche l’età gli aveva spento.
Ma dietro alla sua arte non c’era solo lo sberleffo, ma tanta cultura e tecnica. Che ha insegnato con generosità a schiere di giovani attori, partendo dai classici di Shakespeare e dal Globe Theatre, realizzato a Villa Borghese proprio come quello originale.I biografi scriveranno della sua vita con competenza.
A me rimangono i suoi “cavalli di battaglia” con cui fustigava gli atteggiamenti più ridicoli di potenti e di noi tutti semplici spettatori in sala. Che grazie a lui, ridevamo dei nostri vizi, guai, ricordi e fatti comuni e con quelle risate ci vedevamo allo specchio.
Mo me lo vedo che lassù, ancora stanco pe' arriva' alla meta già l'abbracceno Petrolini e er Belli coll'onori de Roma a n'antro poeta e ridono insieme come fratelli. Ciao Giggi!