No, dottor Cantone, questa non è la BBC. E le regole non scritte in RAI hanno sempre contato più di quelle scritte. In particolare quella per cui, lottizzato un direttore generale o affidata al partito di governo la nomina dell’amministratore delegato, per di più confortato dalla maggioranza del consiglio di amministrazione, la catena delle nomine successive nei quadri dirigenti verrà orientata di conseguenza. Eventuali irregolarità “secondarie” forse saranno sanate, forse no. L’Usigrai, denunciandole, ha fatto il proprio mestiere. L’ANAC altrettanto. Cosicché oggi possiamo anche noi commentare, con viva e vibrante soddisfazione, “una censura ai vertici dell’azienda che non ha precedenti”. Vedremo se “il pasticcio delle assunzioni di dirigenti esterni fuori da regole e procedure”, come lo definisce Ennio Remondino nell’articolo che segue, sarà preso in considerazione dalla Corte dei Conti, alla quale è stata inoltrata la stessa denuncia, vedremo se avrà la sanzione che merita. E vedremo, ad esempio, se la nomina del “valoroso Semprini” alla conduzione di Politics verrà revocata. Secondo me è più facile che a metterla in discussione sia il flop di ascolti registrato nelle prime puntate della trasmissione. Ma se per ora possiamo solo prendere atto, con Remondino, di una ” bagarre ferragostana sui superstipendi che alla fine non ha tolto un soldo di tasca a nessuno”, ci resta la debole speranza che la severa conclusione dell’Anac induca a quell’esame di coscienza politico che finora è mancato. «Una situazione che mina la credibilità del Servizio Pubblico – conclude infatti l’Autorità nazionale anticorruzione – sulla quale serve una urgente riflessione dell’azionista, ovvero il ministero dell’Economia, e della Commissione parlamentare di Vigilanza. Anche perché è di tutta evidenza che questi atti illegittimi saranno valutati dalla Corte dei Conti per verificare l’eventuale danno erariale e le conseguenti responsabilità, a partire dal Direttore generale e dal Consiglio di Amministrazione». Mi sbaglierò, ma io credo che l'”azionista principale” sia un altro e si preoccupi piuttosto del modo in cui saranno trattate “l’Italia del sì” e la politica del suo governo. D’altronde, non sarà qualche migliaio di euro di multa a fare la differenza (nandocan).
Questa volta, reduci dallo scandalo ferragostano dei ‘superstipendi’, peraltro privo di soluzioni note, il ‘reato’ contestato non è neppure dei più gravi tra i molti di cui esiste pubblica memoria attribuiti alla Rai. I nuovi dirigenti massimi, già loro scelti non si sa bene in base a quali criteri, scelgono a loro volta i più stretti collaboratori nei ruoli chiave tra fedelissimi garantiti da amicizia personale o aziendale precedente. Criteri di selezione zero, trasparenza da nebbia in val Padana a dicembre.
Quasi da far rimpiangere l’antica lottizzazione che aveva il pregio di fornire all’azienda almeno delle identità chiare sulle appartenenze e sulle gratitudini future del raccomandato. Sulla professionalità, beh, eravamo alla scoperta, a volte persino con qualche felice sorpresa. Ora, nelle mani di chi, di volta in volta, crede di aver inventato lui la vera e televisione intelligente e di successo commerciale, si procede a tentoni e senza rotta aziendale riconoscibile.
Dell’andazzo dello ‘spoil sistem de noantri’, tutti sapevano, e chi è senza peccato scagli la prima pietra. Il nuovo che arriva si fa la sua squadra e i dirigenti Rai si accumulano per strati geologici . Ma questa volta Campo Dall’Orto sembra aver esagerato, o forse non ha sentito che l’aria attorno all’azienda stava cambiando e che occorrevano altre attenzioni alle regole. Quasi che i silenzi dell’imbelle consiglio di amministrazione e della sua presidente di sola rappresentanza avessero trovato altra supplenza….