Tra l’indifferenza dei governi europei, il nostro compreso, Erdogan sta da mesi facendo strame dei diritti umani e della libertà di espressione. Vedremo come risponderà Matteo Renzi alla “lettera aperta da un giornalista turco in galera al primo ministro dell’Italia”, come si intitola l’appello lanciato ieri dalle colonne del quotidiano turco di opposizione laica “Cumhuriyet” da parte del suo direttore. Can Dundar venne arrestato a fine novembre insieme al caporedattore Erdem Gul per un’inchiesta su un presunto passaggio di camion di armi dalla Turchia alla Siria.
Nella lettera Dundar chiede a Renzi di non dimenticare, in cambio di una soluzione per i rifugiati siriani, “i valori fondativi dell’Europa: libertà, diritti umani, democrazia, ideali da lungo tempo calpestati dal Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. […] Se oggi siamo tenuti in isolamento da oltre 40 giorni in Turchia, considerata dai media internazionali ‘la più grande prigione al mondo per giornalisti’, è perché, con quella consapevolezza, ci siamo schierati contro la deriva verso un regime autoritario. Siamo in carcere perché abbiamo provato che tir dell’intelligence turca portavano armi ai gruppi jihadisti in Siria.
“All’origine della crisi dei rifugiati – prosegue Dundar toccando il tema a cui il governo italiano è più sensibile – c’è anche la guerra civile in Siria, alimentata pure con l’appoggio dell’Occidente. Ora seguiamo con interesse il tentativo di placare l’incendio da parte di coloro che si sono travestiti da pompieri dopo averlo appiccato. Purtroppo, dato che Erdoğan ha assunto il controllo di gran parte dei media, è sempre più difficile darne notizia. Chi ha il coraggio di farlo è vittima di attacchi, aggressioni, minacce, processi e carcere. Anche se gli interessi attuali dell’Europa rendono necessario ignorare temporaneamente le violazioni dei diritti umani, noi continueremo a chiedere il loro rispetto a qualsiasi prezzo. Se rinunciamo all’umanità davanti alla scelta ‘rifugiati o libertà’, perderemo infatti tutti e tre quei valori”.