Una delle malattie gravi di cui nessuno, purtroppo, può escludere di poter essere vittima. Ecco i dati recentissimi di una ricerca Censis-Aima. Nella metà dei casi di Alzheimer accertati in Italia, dell’assistenza ai malati si occupano i figli, il 38% ha il supporto di una badante: di questi il 18% vive da solo con essa. Il 73% dei costi diretti per l’assistenza è a carico delle famiglie: la spesa media annua per paziente è di 70.587 euro (compresi i costi del Ssn e quelli diretti e indiretti) (nandocan)
Pur essendo sempre i figli dei malati a prevalere tra i caregiver, in particolare per le pazienti femmine (in questo caso sono il 64,2%), negli ultimi anni sono aumentati i partner, soprattutto se il malato è maschio. “Questo dato spiega anche l’aumento della quota di malati che vivono in casa propria, – spiega il rapporto – in particolare se soli con il coniuge o soli con la badante (aumentati dal 12,7% al 17,7%). A questa figura fa ricorso complessivamente il 38% delle famiglie, garantendo ai famigliari una maggiore disaponibilità di tempo libero.
Diminuisce del 10% rispetto al 2006 il numero dei pazienti seguiti da una Uva o da un centro pubblico (56,6%). Quando la patologia è più grave il dato è ancora più basso (46%). Si abbassa leggermente anche la percentuale di pazienti che accedono ai farmaci specifici per l’Alzheimer: dal 59,9% al 56,1%. Ed è diminuito il ricorso a tutti i servizi per l’assistenza e la cura dei malati di Alzheimer: centri diurni (dal 24,9% al 12,5% dei malati), ricoveri in ospedale o in strutture riabilitative e assistenziali (dal 20,9% al 16,6%), assistenza domiciliare integrata e socio-assistenziale (dal 18,5% all’attuale 11,2%). Ampio è invece il ricorso all’assistenza informale privata: i malati che possono contare su una badante sono il 38%. Alla badante si fa ricorso principalmente utilizzando il denaro del malato (58,1%). Ma rispetto al passato emerge il peso inferiore delle risorse del malato (nel 2006 rappresentavano l’82,3% delle risorse destinate alle badanti), che appaiono bilanciate da un più ampio ricorso all’indennità di accompagnamento e al denaro dei figli o del coniuge.
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