Quanti erano quelli che gridavano “Osanna al figlio di David” all’ingresso di Gesù in Gerusalemme? Forse tanti quanti, qualche giorno dopo, avrebbero assistito curiosi o indifferenti alla sua crocifissione. Così oggi anche chi applaude commosso alle “parole semplici ma inequivocabili” di Papa Francesco non pensa affatto a pretendere che vengano messe in pratica “senza sconti” , come scrive Remondino, dai loro governi. Convinti che Bergoglio, governi, trafficanti d’armi facciano tutti e ciascuno “il loro mestiere”, che tutti e ciascuno non possano parlare e agire altrimenti. Non diversamente, diciamolo, da quei Farisei che Gesù apostrofava come “sepolcri imbiancati”. Eppure, come le folle di ebrei che lo ascoltavano, non solo i cristiani ma anche i musulmani lo riconoscono oggi come un profeta. Basterebbe che non fossimo così rassegnati all’idea che il mondo appartiene al “principe delle tenebre” (nandocan)
A contendersi il primato in questo bollettino di guerra, Nigeria e Repubblica Centrafricana, Paesi percorsi da crudeltà infinite lasciate rispettivamente da Boko Haram jihadisti in Nigeria e dagli scontri tra le milizie musulmane Seleka e i gruppi armati a maggioranza cristiana anti-Balaka (anti machete). Gli altri Paesi delle persecuzioni, i primi 10, sono tutti a maggioranza musulmana (Siria, Iraq, Afghanistan, Pakistan, Eritrea, Somalia, Sudan, Iran), tranne la Corea del Nord. Un mondo segnato da massacri, violenze e discriminazioni religiose, di cui i cristiani sono vittime nel 70% dei casi.
Parlando in piazza San Pietro Papa Francesco usa come sempre parole semplici ma inequivocabili, senza sconti: fine dei troppi conflitti in corso in un mondo in mano ‘ai trafficanti di armi’. Pace per la Nigeria, Sudan e Sud-Sudan, la Repubblica Democratica del Congo. Memoria e preghiera per i giovani uccisi giovedì a Garissa, in Kenya, per i rapiti e i profughi. Per la Siria e per l’Iraq, per la Libia, ‘affinché si fermi l’assurdo spargimento di sangue in corso’, e in Yemen “prevalga volontà di pacificazione’. Pace infine per la tormentata Terrasanta e per l’incontro tra israeliani e palestinesi.
Elenco delle principali guerre in corso declinato tra preghiere ed esortazioni, con uno spunto di politica internazionale, con un cenno di speranza per gli accordi sul nucleare iraniano. Una citazione non neutrale sugli Stati Uniti conservatori e su Israele con polemiche di stretta attualità. Bergoglio non ci gira attorno: ‘Pace chiediamo per questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi, che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne’. Moniti nella liturgia pasquale tra palme ed ulivi, ma tornare su ‘guerre necessarie’ e su ‘armamenti indispensabili” in Italia sarà più difficile.
*da Remocontro, il grassetto è di nandocan