Escalation fin dove?
Le parole che si rincorrono e non sai se siano soltanto un bla bla politico diplomatico o siano pericoli veri. E a forza di parole avventate, si rischia la guerra vera, è il timore del mondo. E la tensione supera anche la barriera ovattata del palazzo Onu. Consiglio di sicurezza , convocato d’urgenza: l’ambasciatrice degli Stati Uniti Nikki Haley , esponente ‘trumpista’ anche nel linguaggio, avverte che l’azione di Kim Jong-un «avvicina il mondo alla guerra». Per ora ancora sanzioni, ma l’aria che si coglie è pessima, come se altrove qualcosa d’altro si prepari. Isolare Kim, fermando le importazioni ed esportazioni ed espellendo tutti i lavoratori nordcoreani dal proprio territorio. Assedio per fame. E adesso a Pechino è stato chiesto di bloccare anche i rifornimenti petroliferi verso Pyongyang, che vorrebbe dire lo strangolamento.
Partita cinese
Ma è Pechino stessa a pesare adesso al peggio, che, secondo il Corriere della Sera, avrebbe pronto il pano per l’invasione dello scomodo vicino. Pechino vuole evitare l’escalation ma studia anche un intervento per mettere al sicuro le armi nucleari a 100 km dal confine, affermano Guido Olimpio e Guido Santevecchi. La Cina ha ben presente che l’85% degli impianti nucleari e missilistici nordcoreani sono a non più di 100 chilometri dal confine cinese, e se diventassero bersaglio, sarebbero guai anche cinesi. Ultimamente forze di difesa aerea cinesi hanno compiuto manovre antimissile nel Golfo di Bohai, la zona più occidentale del Mar Giallo che fronteggia la penisola coreana. Con ragionamenti politici un po’ più complessi delle richieste Usa. Chiudere il rubinetto del petrolio sarebbe perdere l’ultimo strumento di persuasione pacifica.
Trump senza freni
Poche ore prima, il presidente Usa Donald Trump in un comizio in Missouri ha definito Kim Jong-un «cagnolino malato». Intemperanze non solo verbali e a tutto campo dalla Casa Bianca, a inquietare ancora di più il mondo, se ancore ve ne fosse il caso. L’account Twitter di Trump ha rilanciato tre video anti-islam pubblicati da un gruppo di estrema destra britannico. Una mossa criticata dal portavoce del premier britannico Theresa May che ha definito la condivisione dei video ‘un errore’. «È sbagliato che il presidente abbia fatto questo», ha dichiarato il portavoce. Ma alla presa di posizione della premier britannica replica lo stesso Trump che in un nuovo tweet si rivolge alla May ammonendola: «Theresa, non concentrarti si di me, concentrati sul terrorismo islamico che si sta facendo spazio in Gran Bretagna». Contestata la sua prossima visita in GB.