Secondo il governo e la maggioranza del Pd, timori e polemiche sull’articolo 23 del decreto sulle semplificazioni sarebbero strumentali e infondate perché riguardano computer e cellulari messi a disposizione dei dipendenti per uso lavorativo. Ma il sospetto che il controllo sull’uso improprio di questi mezzi di comunicazione si presti ad abusi da parte delle aziende mi pare più che fondato, soprattutto se dovesse la norma essere applicata ai cronisti mentre, secondo notizie che circolano, ne sarebbero esclusi i dipendenti pubblici. Su questo argomento, il segretario della FNSI Lo Russo ricorda al governo che il contratto nazionale di lavoro giornalistico riafferma il principio dell’inviolabilità della sfera soggettivo-professionale del giornalista “in presenza di supporti tecnici potenzialmente idonei ad incidere su di essa” e che “da ciò discende l’inviolabilità degli strumenti tecnologici utilizzati dal giornalista per rendere la sua prestazione lavorativa”. Stefano Corradino e Beppe Giulietti, rispettivamente direttore e portavoce di articolo 21, scrivono in una nota che “sarà il caso di precisare le norme da definire, il campo e le modalità di applicazione e aprire un confronto con le organizzazioni degli editori e dei giornalisti” (nandocan).
Il controllo a distanza è un’evidente violazione della privacy, perché mette a disposizione delle direzioni aziendali un complesso di dati del tutto ultronei rispetto ad eventuali problemi di sicurezza. Anzi, chiariamo. Se stiamo parlando di ordine pubblico, già esistono norme vigenti, nonché aspre previsioni coercitive. Se il tema è di carattere disciplinare, idem come sopra. E allora? Il sospetto legittimo è che si intenda introdurre il “terrore” come un’ideologia, meschina ma di tenore autoritario. Vale a dire: censura, autocensura, delazioni. Sorvegliare e punire, come ha detto e scritto lucidamente Foucault. Il “marchionnismo” eletto a paradigma.
Se poi si applicasse il tutto alle redazioni, gli editti bulgari diverrebbero persino veniali. Chi scrive più di argomenti “difficili” se le fonti possono essere immediatamente rese note? Per non dire del resto. Insomma, siamo di fronte ad una rottura eversiva, reazionaria, dalle conseguenze imprevedibili. Non si può rimanere fermi. Organizzazioni sindacali e istituzioni di categoria propongano una mobilitazione straordinaria. Tra l’altro, in questo modo, le relazioni contrattuali vengono relegate a materia di sofisti. È un passaggio di enorme rilievo, pratico e simbolico.