Metodi e strumenti per condizionare e indirizzare il pensiero e l’azione di un Papa si tramandano da secoli nelle stanze ovattate del Vaticano. Assolutamente compatibili col bacio della sacra pantofola, il triregno e la sedia gestatoria. Isolare il successore di Pietro non è mai stato difficile, neppure con un sovrano austero come Pio XII, che nessuno poteva avvicinare senza il permesso di Suor Pasqualina. E ci sono ragioni per credere che Bergoglio abbia rinunciato all’appartamento papale per stare in compagnia a Santa Marta non tanto per umiltà quanto per evitare quel tipo di isolamento.
Quanto ai suoi potenti avversari fuori e dentro le mura del Vaticano, non si faranno impressionare dalle sue ramanzine. Altro che “avarizia”! Se è vero quello che Fittipaldi scrive nel libro così intitolato sulla prodigalità e lo stile di vita del cardinale australiano posto a capo della Segreteria economica dallo stesso Francesco, sembra che l’evangelizzazione della Curia sia ancora di là da venire. E non risulta che il Cardinale Bertone abbia rinunciato al suo attico di 500 metri quadrati.
Ma neppure Francesco si farà impressionare. Abbiamo visto tutti la grinta che ha messo nella risposta sul sindaco di Roma: “Marino non l’ho invitato io, chiarooo?” Sembrava arrabbiato, chissà se proprio con Marino o piuttosto con l’arcivescovo di Filadelfia che, come poi è risultato, gli aveva in effetti mandato un invito.
Chi spera in un radicale mutamento di personale dirigente e di metodo nel governo della Chiesa, sa anche che tra Papa Francesco e i suoi avversari sarà una corsa contro il tempo, che per il primo ha i limiti dell’età. I secondi sanno invece di poter contare sull’alleanza con le tante posizioni di potere che la predicazione pastorale di Bergoglio sta minacciando. Basta la lettura dell’enciclica “Laudato si'” , così esplicita fino nei dettagli sulla condanna del modello di sviluppo e di consumo capitalistico, per capire che i più preoccupati della linea dell’attuale pontificato sono probabilmente fuori dell’ambito ecclesiastico. “Non prevalebunt” è scritto sotto la testata dell’Osservatore romano. Speriamo.