Ringrazio Vittorio per il commento che mi ha inviato all’articolo di Renato Parascandolo. Roidi, maestro di giornalismo all’Università di urbino, è stato in passato presidente della FNSI e segretario generale dell’Ordine. Con un gruppo di colleghi, tra i quali anch’io, ha fondato l’associazione e il sito di “Giornalismo e democrazia” (nandocan).
***da Vittorio Roidi*, 8 giugno 2015 – Condivido l’intervento di Renato Parascandolo, sia riguardo alla necessità di agganciare il giornalismo ad una più robusta e rigorosa concezione etica, sia quanto alla evidente impossibilità che una simile riforma possa essere propugnata e realizzata dall’Ordine.
Cosa serve per avere un giornalismo più credibile? La ricerca della verità è il presupposto di qualsiasi deontologia giornalistica. Ma come possono impegnarsi a cercarla – si domanda Parascandolo – le legioni di “giornalisti-impiegati che passano otto ore al giorno davanti ad uno schermo”? Occorre una rifondazione del giornalismo, un obbiettivo di cui devono prendere coscienza cittadini e giornalisti, attraverso un movimento di opinione e un progetto culturale, che dobbiamo creare. Prima che l’informazione faidaté banalizzi e distrugga il giornalismo di qualità il quale, proprio perché basato su regole, deve costituire la linfa della democrazia. E l’etica della verità deve essere la base di questa ricostruzione
Certo, con Parascandolo, mi guardo attorno e non vedo né riflessioni né azioni conseguenti, da parte di molti colleghi e tantomeno di editori. Possiamo sperare nella Federazione della Stampa, che in passato seppe guidare il nostro giornalismo, aiutarlo a difendersi nei momenti difficili e ad intraprendere strade nuove. La Fnsi dedica le proprie energie alla protezione dei lavoratori del giornalismo. Ora deve, insieme con i rappresentanti dei cittadini, ripensare alla natura del giornalismo. Cominciando dalla sua etica.
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