Non ha torto, Marnetto. L’ossessione per l’auditel dei talk show televisivi è tale che autori e conduttori hanno sempre paura di annoiare affrontando anche i temi politici, culturali, ambientali, economici e sociali che ci attendono fra qualche mese. Temo che per questi bisognerà attendere il ritorno delle trasmissioni di Corrado Jacona oppure le ottime inchieste di Report, sia pure sempre un po’ limitate dalla “necessità” dello scoop, ( nandocan)
***di Massimo Marnetto, 2 dicembre 2020 – Stesse domande, stesse risposte. Da mesi i dibattiti pubblici parlano di covid19. Con il giornalista che chiede le solite previsioni “quando finirà?..” e il virologo di turno che concede, precisa, frena e raccomanda “di non abbassare la guardia”. Per carità, il problema esiste e condiziona tutto il resto, ma ormai sappiamo i copioni a memoria. E non ci salviamo nemmeno col telecomando, perché in ogni canale va in onda il “quando?-non abbassiamo la guardia”.
L’assembramento di virologi e giornalisti ossessionati dalla previsione sta diffondendo la pandemia della ripetizione. A tal punto che alla fine va bene anche il documentario sull’accoppiamento del facocero del Suidi, pur di non sentir ripetere le frasi fatte e sfatte del “quando? – non abbassiamo la guardia”. E al giornalista che premette che “la gente vuole sapere…” vorrei dire che facendo parte della gente, già so e mi sono scocciato di sentire la stessa solfa.
Quindi mettiamoci l’animo in pace su l’unica certezza: il covid19 durerà finché il vaccino non ci avrà tirato fuori dalla pandemia. Il primo che a questo punto si azzarda a chiedere “quando sarà?” rischia grosso. Anche che qualcuno gli risponda: “ci siamo quasi, ma non dobbiamo abbassare la guardia”.