“La Russia accusa 5 ceceni dell’assassinio del leader dell’opposizione”, El Pais. Uno avrebbe confessato, un sesto si sarebbe fatto saltare. Avrebbero agito per denaro (di chi?), si fa intendere che sarebbero islamisti (Nemtsov aveva difeso Charlie Hebdo) ma uno almeno era stato premiato da Putin per aver fatto parte di un battaglione filo russo, specializzato in tortura ed eliminazione di islamisti.: “Trama troppo semplice -Frederick Forsyth a Repubblica- sembra scritta dal potere, i russi non devono fidarsi”.
Riforme. Berlusconi domani dirà no alla Riforma votata in Senato. Renzi ha detto l’altro ieri di contare sull’appoggio del Verdini. Ieri ha ripetuto di puntare al referendum: “volete, voi Italiani, mantenere senatori eletti e pagati, o accettate di rottamare Razzi e Scilipoti?”
Penso che un Senato nominato dai partiti nei consigli regionali non serva a niente. Che sul titolo V Boschi e Finocchiaro abbiano combinato un gran pasticcio, per cui il contenzioso Stato Regioni crescerà ancora. Temo molto che, con un mini Senato (95 consiglieri) e una maxi Camera (630 deputati) selezionata con premio di maggioranza, Presidente dellla Repubblica e Corte Costituzionale (istituzioni di garanzia) diverrebbero bottino del premier vincente. Propongo dunque: a) di abolire il Senato. Ci faremo bastare una Camera; b) di eleggere il Presidente della Repubblica con il quorum dei due terzi. Qualora tale quorum non fosse raggiunto, sarà il corpo elettorale (elezione a suffragio universale diretto) a scegliere tra il primo e il secondo dei più votati in Parlamento; c) per salvare l’Italicum (senza riscriverlo del tutto) propongo di introdurre la possibilità di coalizzarsi tra primo e il secondo turno e l’elezione, con il voto di preferenza, di tutti i deputati. Oppure l’elezione di un 75% di deputati in collegi uninominali e del restante 25% in una sorta di listino del premier, al secondo turno. Se la battaglia fosse impostata così, molto probabilmente Renzi dovrebbe venire a patti.
Infine, Repubblica lancia il cuore oltre l’ostacolo e annuncia la riforma della Rai. “I nuovi manager (saranno) scelti dal governo”. Si può fare. A condizione che il Parlamento approvi subito una legge contro il conflitto d’interessi e rigorose norme anti trust per informazione e audiovisivi. Il fatto che Berlusconi si avvii lungo il viale del tramonto (politico), non garantisce che non possa emergere un nuovo Berlusconi. Quanto ai 5 consiglieri controllori (del super manager scelto dal governo) , ne vorrei uno garante degli utenti (di chi, cioè, paga il canone), uno che rappresenti le maestranze (chi lavora in rai), un terzo gli autori di cinema e teatro, un quarto nominato dal Presidente della Repubblica, un quinto (con il quorum) dalla commissione cultura del Parlamento. Sogno?