“…..Occorre una forza della sinistra, ma per farla davvero occorre che i vizi della sinistra non prendano il sopravvento: una sinistra fatta a pezzi, pezzetti e correnti non è una forza. La sinistra boccheggiante che si ritrova in improbabili cartelli elettorali è un’esperienza che ha contribuito a quella delusione di milioni di persone. Quest’Italia davvero non ci capisce più, per tornare a parlarle dobbiamo cambiare, sciogliere le organizzazioni esistenti, ripartire dalle persone, dal desiderio che c’è di affrontare insieme le lotte importanti che parlano della vita quotidiana di tanti e tante. Per poter cogliere il futuro dobbiamo metterci in discussione: fino in fondo.
Per questo facciamo Cosmopolitica: per avere rispetto delle persone di sinistra di questo paese. Per imparare a morderci la lingua ogni volta che torna l’istinto di parlare di questioni interne, di manovre sui gruppi dirigenti, invece che della sofferenza e dell’ingiustizia che ci circonda. A dicembre, al primo congresso di questa nuova forza politica, dichiareremo la fine dell’era delle accozzaglie a sinistra, la fine del politicismo che ci ha fatto ammalare. È una premessa obbligata, più ancora che una promessa.
Tra pochi giorni a Palazzo dei Congressi comincia il nostro cammino e la nostra maturazione: dev’essere un cammino tra pari, radicalmente democratico, con la bussola del territorio e della sua dimensione sociale a fare da guida. Mutualismo, radicamento, innovazione, partecipazione sono i punti cardinali di questo progetto. Per questo pensiamo ad una community digitale, una piattaforma di discussione e decisione on-line, che accompagni questo percorso, al servizio di attivisti e militanti impegnati nel difficile compito di trasformare i vettori comunicativi digitali in presenza, mobilitazione, legame collettivo e protagonismo territoriale. Una piattaforma che non si sostituisca all’attività territoriale quindi, ma che la sostenga e ne amplifichi la capacità di coinvolgere persone e corpi sociali.
Un cammino aperto e inclusivo, con una campagna di adesione che sia prima di tutto un modo di incontrare ciò che in questa Italia testardamente cerca riscatto e prospettiva: luoghi del sapere e del lavoro, associazioni di volontariato, comitati, lotte per i beni comuni, per la tutela della salute, per i diritti civili, esperienze di buon governo, spazi culturali, imprese giovanili e innovative. Dobbiamo arrivare in ogni angolo del paese, in ogni strada, in ogni quartiere con le campagne che avvieremo insieme a Cosmopolitica sui saperi, sull’ambiente, sul lavoro e sulla democrazia.
Non avrebbe senso di fronte a questa sfida costruire già oggi un gruppo dirigente che sarebbe solo la fotografia di quel che c’è e la chiusura nei confronti di quel che non c’è ancora. Abbiamo molta strada da fare: mettiamoci in condizione di convincere, offrire spazio, coinvolgere chi vorrà raggiungerci nei prossimi mesi. Per questo credo che dovremmo dotarci di comitati promotori meramente funzionali e tassativamente transitori, sul livello nazionale e su quello locale: verrà dopo, al congresso, il momento in cui in piena e totale democrazia potremo scegliere insieme a chi affidare la responsabilità di coordinare le nostre attività….”