Da aggiungere all’elenco di Vincenzo Vita, insieme alla controriforma RAI appena avviata, le nomine di provenienza Mediaset alle prime due direzioni di rete e la significativa assegnazione a Daria Bignardi, “storica” conduttrice del “Grande Fratello”, della terza rete che fu di Angelo Guglielmi. Auguri (nandocan).
La vicenda del canone è emblematica. La riscossione dell’imposta è incerta, per non dire il quantum, mentre la suddivisione dei pani e dei pesci continua imperterrita. Nella l. del 28 dicembre 2015 ecco appalesarsi un contributo per le emittenti locali, e adesso nel testo base della cosiddetta riforma dell’editoria altri 100 milioni di euro sono dirottati al Fondo chiamato “per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”. Come le vacche di Mussolini i presunti introiti da canone appaiono e scompaiono. Come era prevedibile i privati (Mediaset, la7) puntano il dito sull’eventuale distorsione della concorrenza. Tutto questo non poteva essere affrontato al tempo dei primi annunci : un anno e mezzo or sono? Eppure non mancarono voci critiche ed osservazioni di merito, per il bene del servizio pubblico.
In breve: si profila uno scenario da brivido. Che sarà di un’azienda senza un contratto di servizio che ne regoli diritti e doveri, con l’atto (fondamentale) della concessione magari in prorogatio e con l’incertezza sulle risorse disponibili? Qualche commentatore complottardo potrebbe scorgere nella vacanza dei poteri un disegno distruttivo, l’inveramento dell’antica tentazione di ridimensionare il servizio pubblico. Forse non proprio. Non è detto, però, che la sciatteria sia meno colpevole.
Era prevista l’audizione presso la competente commissione del Senato del sottosegretario Giacomelli. Rinvio per gli impegni dell’aula, occupata sulle unioni civili. Ma utile per evitare l’ennesima figuraccia di un esecutivo che sui temi della comunicazione fa acqua da tutte le parti. Nel frattempo, sempre il sottosegretario si chiede in un’intervista se lo stracotto piano della rete in fibre ottiche sia o non sia di sinistra. Caro Giacomelli, prima di interrogarsi sul loro colore sarebbe meglio farle, le cose. Lo sa che l’Italia su tali argomenti è già fuori dall’Europa? E rischia una vera e propria disfatta di viale Mazzini? Purtroppo fu facile la profezia funesta quando fu approvata la (contro)riforma: al di là delle considerazioni politiche, con quella normativa si chiudeva la stagione del servizio pubblico. Sotto la figura del capo-azienda, si celava un colpo da knock out.
“Giorni felici” si intitolava il bellissimo dramma di Samuel Beckett, che sembra scritto oggi.