In questi due anni molti sono stati i tentativi di aggirare quel risultato, cercando di tornare a tutti i costi sulla via delle privatizzazioni. Tentativi tutti respinti dalla tenacia dei comitati per l’acqua pubblica e dalla forza di un risultato democratico, che è stato riaffermato più volte dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio di Stato.
A Roma, nel giugno 2011, furono 1.234.000 a pronunciarsi per l’uscita dei privati dall’acqua: più dei romani che si sono recati alle urne il 26 e 27 maggio. Qualunque sarà il risultato del prossimo ballottaggio, i sì per l’acqua pubblica rimangono quindi probabilmente quasi il doppio dei voti che designeranno il prossimo sindaco di Roma!
Proprio per facilitare il lavoro del futuro sindaco, il coordinamento romano acqua pubblica ha già elaborato una proposta di ripubblicizzazione del ramo idrico di Acea, che dimostra, bilanci alla mano, come un provvedimento del genere non sia solo giusto, ma necessario, urgente e praticabile. Lo studio realizzato (LINK) mette infatti in luce il perverso meccanismo per cui gli utili della gestione dell’acqua vengono interamente assorbiti dalla multinazionale Acea, di cui Acea Ato2 SpA è una controllata, causando il cronico indebitamento di quest’ultima. Intanto gli investimenti programmati non vengono realizzati, la qualità del servizio scende, mentre crescono le tariffe e i dividendi degli azionisti: circa 64 milioni di euro nel 2012.
Il prossimo appuntamento sarà mercoledì pomeriggio in Piazza S.Cosimato, per festeggiare il secondo “compleanno” della vittoria referendaria con un’iniziativa pubblica che vedrà anche la partecipazione del Prof. Stefano Rodotà