***di Massimo Marnetto, 21 dicembre 2020 – Tranquilli: l’uomo che promette di andarsene, poi non se ne va. Lo dico in una conversazione con amici, preoccupati per la crisi di governo che potrebbe innescare Renzi, ritirando il suo appoggio alla maggioranza. Io sono invece convinto che il senatore toscano non provocherà la caduta dell’esecutivo, perché con sondaggi al 3 per cento scarso, non va da nessuna parte. E molti dei suoi non sarebbero rieletti.
D’altronde non sarebbe la prima volta che il “Parlantina” si rimangia la minaccia di una clamorosa uscita di scena, come avvenne dopo il giuramento di ritirarsi a vita privata, se non avesse vinto il referendum. Impegno solenne poi tranquillamente disatteso (insieme alla Boschi), nonostante la sonora sconfitta.
Insomma bluffa. Manovrando con la mossa del cavallo l’ubbidiente Bellanova, il fedele Rosato e il prode Scalfarotto come la scalcagnata fanteria del cavaliere Brancarenzi da Rignano, che “porterà granda ruina et foco dello inferno, cum lo retiro delle armate sue dallo Governo”.
Intanto a Roma….
***di Massimo Marnetto, 20 dicembre 2020 – Raggi innocente per i giudici diventa l’anticoagulante per una collaborazione M5S- PD, di cui i giallorosa pensavano di liberarsi con una condanna. Che avrebbe spianato la via per un candidato comune. Ora è tutto da ripensare. Tanto più che nel M5S spira aria di una scissione non esplicita, ma da separati in casa.
Roma è dunque condannata a rivivere l’incubo di un altro Alemanno? Il rischio c’è ed è forte. A meno che qualcuno non rompa l’incantesimo di rassegnazione e frammentazione che opprime la sinistra e il Movimento in Campidoglio. Ma come uscirne se Calenda non vuol saperne di collaborare con i grillini e Zingaretti non trova un nome che entusiasmi?
Magari cogliendo la proposta di Tocci (un politico onesto e competente che ha ben servito Roma) di una grande lista civica dove sciogliere le identità, per far prevalere la competenza di un candidato credibile, attorniato da “motori” di cambiamento civico già rodati sul campo. Un’alternativa coraggiosa ma doverosa, per evitare l’incubo di un Alemanno bis. E possibile solo unendo le forze, quello che in molti chiediamo.
Perché una cosa deve essere chiara: noi elettori di sinistra non siamo rassegnati ad abbandonare Roma alla destra. E siamo diventati allergici ai pollini identitari.