A difenderli è rimasto soltanto Giorgetti. E l’inventore Borghi, naturalmente, il quale in un’intervista alla Stampa precisa che non si tratta di moneta parallela ma soltanto di “cartolizzare” crediti esistenti, “né più né meno di quello che aveva proposto Corrado Passera nel governo Monti”. Dopo la bocciatura di Draghi e poco dopo del ministro Tria, anche Salvini precisa che “i minibot non sono monete”, ma bisogna ancora “trovare una soluzione per pagare i debiti della pubblica amministrazione”. E, passate le elezioni, anche in fatto di porti chiusi sta venendo a più miti consigli accettando lo sbarco di migranti salvati al largo di Malta (nandocan)
– Dunque… compresa frutta e carne… 42 euro e 70
– Quanto fa in mini-bot? Io li chiamo “bottini”, non trova anche lei che sia più carino come nome?
– (Maria, eccone un altro… chiama il 113…) Un momento prego…
– La vedo perplesso, brav’uomo. Se non vuole i Mini-bot, posso pagare in Nano-soldi… Ho capito: lei preferisce i bei “Carrocci” in contanti. Ho anche quelli. Non faccia il sospettoso, brav’uomo. Guardi che questo è l’unico modo per sottrarci alla schiavitù dell’euro. Dobbiamo tornare alla sovranità monetaria, così svalutiamo quando vogliamo. E se vogliamo più soldi, ce li stampiamo in casa con la stampante. Addio Zecca di Roma ladrona! La pacchia sta per iniziare, brav’uomo. Padroni a casa nostra! Mai più i saccenti richiami della UE. Che ogni volta che alza le chiappe, fa uno spread. Perché non ride brav’uomo? Non sia così triste e si lasci andare anche lei allo humor neo-rozzo?
– Certo, solo un momento signore. Intanto per non bloccare la file si accomodi pure…
Buongiorno agenti. Meno male che siete venuti subito. Eccolo là: è quello che parla da solo, con la maglietta col ritratto di Salvini.