Antonio Sicilia ha 26 anni e, con la schietta arroganza dei suoi coetanei, ce li fa pesare. Probabile che abbia ragione, ma solo in parte. Protesta e proposta non sono affatto incompatibili. Con ambedue sono state fatte, e continueranno ad esserlo, le conquiste della sinistra. E l’anti-berlusconismo è soprattutto scelta e difesa di valori culturali e costituzionali, che restano attuali. Mentre tutto sommato berlusconismo prima e fascio-leghismo poi si sono trovati a lungo a loro agio nelle “acque del pop”. Ciò detto, agli elettori nati nel 2000 dobbiamo parlare, questo è certo. Facendo “rivivere la tradizione” nel loro linguaggio, come ci chiede Antonio. (nandocan)
***dal blog di Antonio Sicilia, 20 giugno 2015 – Ieri ho visto “Rosso di sera”, l’addio di Santoro dicitur.
La sagra dell’anacronismo, vecchi slogan, vecchi interpreti.
Una generazione sconfitta dalla storia che punta tutto sulla nostalgia.
Continui appelli al cambiamento dopo decenni di nicchia. Una nicchia consapevole e autarchica, incurante della cangiante egemonia culturale.
Una Sinistra nata e cresciuta con ideali troppo alti rinchiusi in una sfida troppo bassa: l’antiberlusconismo.
Senza capire che bisognava semplicemente far politica e giornalismo, senza fare politica e giornalismo contro qualcuno.
Perché in Italia è troppo radicata l’idea dell’opposizione come protesta.
L’opposizione è proposta.
Per non affogare nelle Santoriane sabbie mobili, occorre rinnovare in primis il linguaggio.
Parlare meno di Sinistra e fare la Sinistra, con politiche precise e riconoscibili.
Abbiamo il dovere di farlo.
Nel 2018 parleremo con elettori nati nel 2000.
Facciamo rivivere la tradizione lasciando un’impronta forte nel senso comune.
Per farlo occorre riconoscere il proprio popolo e i suoi riferimenti, senza avere paura di bagnarsi nelle acque del pop.
Una Sinistra troppo lontana da ciò che è popolare finisce per allontanarsi da popolo.
Per me occorre ripartire da qui.