Via l’ambasciatore, entra il politico. L’attuale vice ministro allo sviluppo economico, Carlo Calenda viene dalla Confindustria, dove è stato dal 2004 prima assistente del presidente e poi direttore dell’area strategica e affari internazionali durante la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, che lo volle anche come coordinatore politico dell’associazione Italia Futura. Nel 2013 è stato candidato alle elezioni politiche nella lista di Scelta Civica ma non è stato eletto. Il 2 maggio 2013 è stato nominato Vice ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Letta e poi confermato in tale incarico nel Governo Renzi . Nella foto, Calenda con Renzi allora sindaco di Firenze(nandocan).
Per la prima volta almeno nell’Italia post fascista, un governo impone in una funzione diplomatica un membro dell’esecutivo, un politico, in un ruolo da sempre coperto da diplomatici veri, quelli di carriera assunti per concorso a formati alla severa scuola e percorsi interni della Farnesina. Ed ecco un Carlo Calenda qualsiasi, manager del settore commerciale un alcune aziende, arrivare al Top di colpo in un settore sino a ieri ritenuto in Italia esclusiva dei diplomatici di carriera. Una forzatura politica e forse anche istituzionale di rilevantissima portata che, stranamente, sembra essere sfuggita alla ‘Grande Stampa’. Tutti distratti?
‘Fonti diplomatiche’ di diplomatici veri confermano che in Italia si è passati senza confronto politico alcuno, dalla prassi dei soli ‘Ambasciatori di carriera’, al neo ambasciatore di nomina. Quello che noi conoscevano come uso occasionale statunitense -qualche italo americano ‘ambasciatore vetrina’, con i veri diplomatici alle spalle a trattare e fare-. Noi, accusati di poca diplomazia, abbiamo scelto di rompere ulteriormente decidendo di introdurre il metodo ‘guascone’ tra feluche e ipocrisie di bon ton. Risultati potenzialmente disastrosi. L’immagine che evoca è quella della prossima ambasciatrice d’Israele in Italia Fiamma Nirenstein.
*da RemoContro, il grassetto è di nandocan